La perfezione non esiste. Questa verità, tanto semplice quanto potente, è stata espressa con grande saggezza da uno dei più grandi atleti della storia, Roger Federer nel discorso tenuto di fronte agli studenti dell’università di Dartmouth, in New Hampshire, la scorsa settimana. Nel mondo del tennis, dove ogni punto è una battaglia, Federer ci insegna che la perfezione è un’illusione, un ideale irraggiungibile che non deve mai diventare un’ossessione.
Salvador Dalì ha detto “non aver paura della perfezione, tanto non la raggiungerai mai.”
Federer ha vinto circa l’80% delle sue partite, ma solo il 54% dei punti giocati. Questo dato sorprendente ci ricorda che anche i più grandi campioni perdono quasi la metà delle volte che colpiscono la palla. È una lezione potente che si estende ben oltre i confini del campo da tennis. Nella vita, qualunque cosa tu faccia, affronterai sconfitte: perderai un punto, una partita, una stagione, un lavoro. Gli alti e bassi sono parte integrante del viaggio umano, e avere dei dubbi su sé stessi è del tutto naturale.
Ma qui entra in gioco la vera forza del messaggio di Federer. Egli ci ricorda che anche i nostri avversari, siano essi altri atleti, colleghi di lavoro o sfide personali, dubitano di loro stessi. Non siamo soli nei nostri momenti di incertezza. Inoltre, le energie negative, quelle che consumiamo rimuginando sui fallimenti e sui dubbi, sono energie sprecate. Questo è un punto cruciale: le energie devono essere canalizzate in modo positivo, verso il miglioramento e la crescita. Qui entrano in gioco altri aspetti: la spensieratezza e il divertimento. “giocate liberi e siate gentili” gentili soprattutto con voi stessi. Senza spensieratezza e divertimento, arriva la pressione, arrivano i pensieri disfunzionali che di deviano dal raggiungimento di ciò che desideriamo.
Superare i momenti di difficoltà è ciò che distingue i campioni. I migliori non sono tali perché vincono ogni punto, ma perché sanno imparare dalle sconfitte. Federer ci insegna che la chiave del successo non risiede nella vittoria costante, ma nella capacità di rialzarsi dopo ogni caduta. È una questione di resilienza, di adattamento e di intelligenza emotiva.
Lavorare duro è fondamentale, ma lavorare in maniera intelligente è ancora più importante. Federer non ci suggerisce solo di mettere il massimo impegno in ciò che facciamo, ma anche di farlo con astuzia e consapevolezza. Comprendere i propri limiti, accettare le sconfitte come parte del percorso e usare ogni errore come un’opportunità di apprendimento sono elementi chiave di questa filosofia. Consapevolezza è una parola magica nello sport: più mi conosco e meglio posso gestirmi sia a livello tecnico, sia a livello mentale. L’autoconsapevolezza è un ingrediente fondamentale, nello sport, nel lavoro, nella vita: ci consente di autovalutarci obiettivamente, con onestà, senza trovare alibi o scuse quando abbiamo prestazioni negative o risultati che non arrivano.
Il messaggio di Federer offre una prospettiva propositiva e motivante: non si tratta di non sbagliare mai, ma di come si reagisce agli errori. Ogni punto perso è un’opportunità per migliorare, ogni partita difficile un’occasione per crescere.
Questo approccio è applicabile a qualsiasi ambito della vita. In una carriera professionale, per esempio, potresti trovarti a fronteggiare fallimenti e sfide continue. Ma proprio come nel tennis, ogni insuccesso può essere trasformato in un passo avanti se affrontato con la giusta mentalità. Non sono le sconfitte a definire chi siamo, ma la nostra reazione ad esse.
Le energie negative, quelle che derivano dall’autocritica e dal pessimismo, devono essere evitate. Come ci insegna Federer, queste energie non solo sono inutili, ma possono essere deleterie. La mente deve essere un’alleata, non un ostacolo. Coltivare pensieri positivi e costruttivi, imparare a gestire lo stress e la pressione, sono competenze essenziali per chiunque voglia eccellere, sia nello sport che nella vita professionale.
Federer sottolinea anche l’importanza di lavorare in maniera intelligente. Questo significa essere strategici, pianificare con cura, e non avere paura di adattarsi e cambiare tattica quando necessario. Il lavoro intelligente implica anche conoscere sé stessi, i propri punti di forza e di debolezza, e sfruttarli al meglio.
In definitiva, il messaggio di Federer è un inno alla resilienza e alla crescita personale. È un invito a non temere le sconfitte, ma a vederle come parte inevitabile del cammino verso il successo. È un promemoria che anche i migliori tra noi dubitano e falliscono, ma ciò che li rende straordinari è la loro capacità di trasformare ogni sconfitta in una lezione preziosa.
La perfezione non esiste, ma la possibilità di migliorare costantemente sì. Ed è proprio questa ricerca incessante di crescita, questa volontà di imparare e di adattarsi, che fa di noi dei veri campioni, dentro e fuori dal campo.