Tu sei felice? Quanto è elevato e caldo il tuo livello di felicità?
Felici, insieme, è il claim scelto quest’anno per la Giornata Internazionale della felicità, di mercoledì 20 marzo, primo giorno di primavera. Ma che cos’è la felicità, come si raggiunge e come si raggiunge insieme? La felicità, spesso, è profondamente legata alla qualità delle nostre relazioni con gli altri, ma prima di essere felici con gli altri dobbiamo imparare ad essere felici dentro, con noi stessi. Possiamo essere felici, quando siamo veri, sinceri con noi stessi. Il primo passo è quello di mettersi in ascolto di sé. Accettarsi, senza ricercare la perfezione è un ottimo punto di partenza per accettare gli altri, apprezzando le diversità. Avere uno scopo nella vita, sentendosi parte di qualcosa è certamente un altro ottimo paradigma per la felicità. Quando siamo nell’amore e viviamo per contribuire, per dare, possiamo esprimere certamente un buon livello di felicità. In questa situazione produciamo ossitocina, che è un neurotrasmettitore noto anche come ormone dell’amore, è fondamentale nella costruzione di legami sociali e nella sensazione di appartenenza. Quando il nostro corpo produce ossitocina, riusciamo ad esprimere empatia, termine oggi abusato e così poco attuato. L’empatia parte dall’ascolto attivo, dal provare un sincero interesse nei confronti del prossimo. Annullare il proprio ego, esercizio così difficile da eseguire, è un viatico magnifico per la relazione con gli altri, per provare empatia e ascoltare le emozioni altrui, per scendere dal podio, spostarsi dal centro della scena, tendere una mano e provare la gioia della condivisione. La felicità è un percorso, non una destinazione, ma davvero pochi si fermano a riflettere su questo aspetto. Siamo tutti dei drogati alla ricerca di dopamina, vittime della voglia di ottenere un risultato, vittime dell’acquisto che soddisfa e colma i vuoti. Vogliamo raggiungere la felicità e ci perdiamo il viaggio, ci dimentichiamo di vivere il momento, siamo dipendenti dalla ricerca della felicità legata alla ricompensa. Nel qui ed ora è più facile riuscire a produrre serotonina, un altro magnifico neurotrasmettitore, che è realisticamente l’ormone della felicità, perché contribuisce a regolare il nostro umore, riducendo ansia e depressione. Però evitate di “ruminare” pensieri del passato, perché non fareste altro che ricadere nel rimorso o nel rimpianto. Altrettanto evitate di caricarvi di ansia e stress, creandovi aspettative sul futuro. Piuttosto fatevi una bella camminata all’aria aperta, giocate con i vostri figli, fate attività fisica così da permettere la produzione di endorfine che sono prodotte in risposta all’esercizio fisico e riducono il dolore e lo stress. Per essere felici insieme coltivate relazioni autentiche, che non siano condizionate dal bisogno, ma basate sull’amore incondizionato, sulla gentilezza e sulla condivisione di valori. In conclusione vi lascio con un pensiero di Madre Teresa di Calcutta: Non aspettare di finire l’università, di innamorarti, di trovare lavoro, di sposarti, di avere figli, di vederli sistemati, di perdere quei dieci chili, che arrivi il venerdì sera o la domenica mattina,
la primavera, l’estate, l’autunno o l’inverno.
Non c’è momento migliore di questo per essere felice.
La felicità è un percorso, non una destinazione. Lavora come se non avessi bisogno di denaro,
ama come se non ti avessero mai ferito e balla, come se non ti vedesse nessuno.
Ricordati che la pelle avvizzisce,
i capelli diventano bianchi e i giorni diventano anni.
Ma l’importante non cambia: la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito è il piumino che tira via qualsiasi ragnatela.
Dietro ogni traguardo c’è una nuova partenza. Dietro ogni risultato c’è un’altra sfida.
Finché sei vivo, sentiti vivo.