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Sostituisci “Cercare di” e “provo a farlo” 

Quante volte dici: ok provo a farlo, ok cerco di farlo? “Ogni volta che ti dici ‘cercherò di farlo’ o ‘proverò a farlo’, stai già ammettendo la sconfitta. Sì, hai capito bene. Queste parole sono il suono della tua vittoria che scivola via, della tua preda che ti sfugge tra le grinfie. Nel mondo del successo, non c’è spazio per ‘provare’. Ogni obiettivo, ogni sfida che incontri, è una battaglia per affermare il tuo dominio, per sopravvivere e prosperare. Ecco perché devi eliminare “cercare di” e “provare a” dal tuo vocabolario ora. Parla con la certezza di chi vince, non con il dubbio di chi teme la sconfitta. La tua mente è un’arma: affilala con parole che tagliano dritte al successo.

Nel variegato panorama delle strategie di coaching, l’attento esame del linguaggio utilizzato nel percorso verso il raggiungimento degli obiettivi riveste una rilevanza cruciale. Quando ci parliamo è come se parlassimo ad un terzo e la credibilità e l’efficacia che otteniamo dal linguaggio e dalla comunicazione con noi stessi è la stessa che otteniamo con gli altri.  Le espressioni “cercare di” e “provare a” possono sembrare a prima vista innocue, quasi incitamenti modesti all’azione. Tuttavia, al di sotto di questa apparente semplicità, si celano sottili insidie che possono erodere la determinazione e la chiarezza di intenti di atleti, manager e imprenditori impegnati in una costante ricerca di eccellenza.

L’uso di “cercare di” e “provare a” introduce, anche se in modo subliminale, un margine per il fallimento. Queste formule linguistiche prefigurano uno scenario in cui l’esito è incerto, quasi come se ci si preparasse psicologicamente a un eventuale insuccesso. L’aspettativa diviene dunque duale: si spera di riuscire, ma si ammette contemporaneamente la possibilità di non farcela. Questo doppio binario, seppur realisticamente cauto, mina dall’interno la solidità dell’impegno e la fermezza della volontà.

Consideriamo la psicologia della motivazione e l’importanza dell’autosuggestione: il modo in cui ci parliamo, le parole che scegliamo di usare nel dialogo interiore hanno un impatto profondo sulla nostra mente. Le parole non sono solo veicoli di comunicazione ma strumenti di modellazione della realtà. Quando un atleta professionista, un manager o un imprenditore si impegna verso un obiettivo, la fermezza linguistica può trasformarsi in un potente catalizzatore di energia positiva. Dire lo faccio è decisamente preferibile ad un “dovrei farlo” ad un “lo farò” o “cercherò di farlo”, lo faccio, è un’affermazione di potenza, un atto di fiducia nelle proprie capacità che si riverbera nel profondo dell’essere, incrementando la probabilità di successo.

E ora, parliamo direttamente al tuo cervello limbico, il sedile delle tue emozioni, dove risuonano le domande più profonde: perché è utile per me? Perché dovrei occuparmene? La risposta è semplice. Utilizzando un linguaggio potente e diretto, non solo eleverai la tua autostima e la tua fiducia, ma darai un significato diverso ad ogni tua azione. Questo cambio di approccio linguistico ti farà sentire più determinato, più in controllo, e alla fine, più vicino a raggiungere quegli obiettivi che prima sembravano irraggiungibili. Per te, significa meno stress, maggiori risultati e la soddisfazione di sapere che stai navigando il viaggio della vita non come un passeggero, ma come il capitano della tua nave.”

 

Inoltre, la scelta di un linguaggio assertivo e diretto riflette e rafforza una mentalità orientata all’azione e alla soluzione. Questo approccio è fondamentale per coloro che vivono in ambienti ad alta pressione, dove il tempo è prezioso e la chiarezza d’intenti è cruciale. La tensione tra la pressione esterna e le risorse interne dell’individuo diventa il teatro di una battaglia che richiede un’armatura linguistica inattaccabile. In questo contesto, “cercare di” e “provare a” rappresentano delle crepe alla credibilità, attraverso cui può insinuarsi il dubbio, erodendo la determinazione e, potenzialmente, compromettendo il risultato finale.

Affrontare lo stress e la pressione, pilastri della tua specializzazione, richiede un rigore non solo nelle pratiche fisiche e mentali ma anche nel linguaggio adottato. Le parole sono il riflesso di un atteggiamento interiore e la loro scelta deve essere coerente con l’obiettivo di massimizzare le performance. È un principio che vale tanto nel campo sportivo quanto nelle arene professionali e imprenditoriali.

Sostituire “cercare di” e “provare a” dal vocabolario è più che un esercizio di stile; è un passo fondamentale verso il rafforzamento della determinazione e dell’impegno incondizionato verso il raggiungimento degli obiettivi. Questo cambiamento linguistico, apparentemente semplice, può avere effetti profondamente trasformativi, agendo come una chiave che sblocca il vero potenziale di chi è pronto a mettersi in gioco senza riserve, in una ricerca incessante dell’eccellenza. E tu sei attento all’uso delle parole e del linguaggio che usi? Come comunichi con te stesso? Scrivimi per affrontare questi temi in un percorso di high performance coaching. mail@lorenzomarconicoach.it  www.lorenzomarconicoach.it

Sono un High Performance Coach: alleno atleti professionisti, sportivi, manager e imprenditori che desiderano elevare il proprio livello di performance, migliorando lo stato di benessere. La mia specializzazione è lavorare su stress e pressione. Da atleta, analista finanziario, imprenditore ho sperimentato la stretta relazione tra pressione e performance. Saper gestire lo stress e la pressione è fondamentale per ottenere la massima prestazione sia in campo sportivo, sia nelle attività professionali.

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