Per Mark Twain: “La gentilezza è il linguaggio che i sordi possono sentire e i ciechi possono vedere.” Mentre per Wayne Dyer: “La gentilezza è la virtù che non costa nulla e che tutti possono permettersi di possedere.”
Oggi 13 novembre si festeggia la Giornata Mondiale della Gentilezza (World Kindness Day). La giornata è nata in Giappone grazie al Japan Small Kindness Movement, fondato nel 1988 a Tokyo.
In un mondo sempre più competitivo e aggressivo, la gentilezza emerge come un valore fondamentale per costruire relazioni collaborative e comunità più accoglienti, la gentilezza è una necessità sociale, ma la frenesia nel fare e nel voler arrivare spesso ci rende obnubilati e non riusciamo ad applicare un gesto naturale come essere gentili.
Essere gentili non costa nulla, ma soprattutto rende gentili gli altri. La gentilezza dovrebbe appartenere a quella dimensione, di chi agisce senza chiedere nulla in cambio.
È importante fare del bene solo per il piacere di fare del bene. È un dovere insegnarla ai nostri figli attraverso l’esempio. Impariamo ad accettare: è di fondamentale importanza essere gentili anche verso se stessi e spesso ce ne dimentichiamo. Non giudicarsi negativamente è il primo atto di gentilezza, accettare le situazioni che ci accadono e accettare noi stessi e le nostre emozioni e i nostri stati d’animo quando li giudichiamo negativi e invece fanno semplicemente parte di noi.
Perdonare noi stessi e gli altri è un altro atto di gentilezza poco abituale, che andrebbe attuato. Un altro atto di gentilezza è quello verso l’universo. Essere gentili con l’universo significa accettare cosa ci accade e se non riusciamo ad utilizzarlo a nostro favore è sufficiente restarne almeno neutrali.
Essere gentili è un atto d’amore verso sé stessi e verso gli altri, e va praticato ogni giorno affinché ogni giorno sia la giornata mondiale della gentilezza.