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Resilienza

Nei blog precedenti abbiamo parlato di stress, e di quanto sia importante il benessere psico-fisico delle persone siano essi atleti o manager. Oggi vorrei affrontare il tema della resilienza come antidoto al “virus dello stress” anche se so che molti storceranno il naso per questa parola, di cui ne viene abusato l’utilizzo.

Resilienza è una parola antica e un concetto presente in molti ambiti, dalla metallurgia all’ecologia alla psicologia, tutti accomunati dalla necessità di saper resistere, adattarsi ed essere alla fine più forti. La resilienza può essere definita come la capacità di una persona di adattarsi, superare e riprendersi da situazioni di stress, trauma, avversità o cambiamenti significativi nella propria vita.

La seconda parte della definizione che è legata allo stato delle persone, ci fa capire come sia importante essere resilienti, visto che la vita non è sempre tutta in discesa. E in considerazione del livello di infelicità e di stress presente nei manager direi che l’argomento è decisamente di attualità. I casi di resilienza legati a personaggi famosi che ce l’hanno fatta sono numerosissimi e forse non tutti sanno che Walt Disney, prima di diventare un’icona dell’industria del divertimento, incontrò una serie di fallimenti e sconfitte. Fu licenziato da un giornale perché gli mancava creatività e forza d’immaginazione. In seguito, fallì diverse volte nel campo dell’animazione e subì un altro fallimento quando perse i diritti sul suo personaggio più famoso, Oswald the Lucky Rabbit. Nonostante tutto ciò, Disney trovò la forza di rialzarsi e fondò la sua azienda di successo, creando personaggi come Topolino e Disneyland.

La resilienza è anche la capacità di affrontare le difficoltà e di rialzarsi dopo un periodo di crisi o di sconvolgimento emotivo. La resilienza implica la capacità di tollerare la pressione, di mantenere una prospettiva positiva e di utilizzare risorse interne ed esterne per gestire le situazioni difficili. Essa si manifesta attraverso la capacità di adattarsi, di trovare soluzioni creative, di mantenere le relazioni sociali, di regolare le emozioni e di trarre insegnamento dalle esperienze negative. La resilienza può essere appresa e sviluppata nel corso della vita, facendo leva sulle competenze personali, sulle risorse esterne e sul sostegno sociale. E per dirla come Seneca: “Un timoniere di valore continua a navigare anche con la vela a brandelli”. Questa frase è spesso usata come metafora per indicare che una persona di valore non si arrende alle avversità e continua a lottare anche quando le cose si fanno difficili.

C’è anche la via giapponese alla resilienza, ossia la filosofia Kintsugi che significa letteralmente “riparare con l’oro”, che deriva da un’antica tecnica giapponese di riparazione di vasi che richiede precisione e che si sviluppa in varie fasi. Quest’arte, che non nasconde, ma anzi esalta le ferite, può considerarsi una forma di arte-terapia che aiuta a trasformare le ferite e le esperienze negative in punti di forza.

Ma si può allenare la resilienza? Essere resilienti è una scelta e ci sono una serie di comportamenti, pensieri e atteggiamenti che possono essere appresi, migliorati e sviluppati in ognuno di noi per esserlo maggiormente. Consapevolezza della situazione e accettazione sono gli ingredienti di base. Invece di lagnarsi, affrontare le situazioni con atteggiamento costruttivo è assai utile. Essere responsabili con equilibrio sapendo che le cose dipendono essenzialmente da noi, con l’aiuto dell’universo, è cosa buona e pratica. È importante non disperarsi, sia nelle azioni sia con il linguaggio esageratamente negativo, così come è fondamentale saper affrontare le situazioni difficile con calma, avere spirito di accettazione. Coraggio nell’intraprendere azioni corrette, anche se difficili e tortuose, vivere il presente con consapevolezza concentrandosi su essere e fare, qui ed ora, pensando che è già morto colui che non vive ogni giorno come se fosse l’ultimo. Fronteggiare le difficoltà, con flessibilità, sapendo che fanno parte del percorso, senza perdere la rotta e l’obiettivo finale.

Sul lavoro aumentate empatia, impegno nelle relazioni sane, coinvolgendo il gruppo, consapevoli che nulla è sotto il nostro controllo totale, ma possiamo abbracciare il cambiamento come stile di vita.

Sono un High Performance Coach: alleno atleti professionisti, sportivi, manager e imprenditori che desiderano elevare il proprio livello di performance, migliorando lo stato di benessere. La mia specializzazione è lavorare su stress e pressione. Da atleta, analista finanziario, imprenditore ho sperimentato la stretta relazione tra pressione e performance. Saper gestire lo stress e la pressione è fondamentale per ottenere la massima prestazione sia in campo sportivo, sia nelle attività professionali.

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