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L’errore è parte del processo di crescita

Tutte le persone di successo hanno degli obiettivi chiari, sanno dove vogliono arrivare, sono pronte a fare qualsiasi cosa per raggiungere il “traguardo”. Ma ciò che contraddistingue veramente il vincitore non è solo la chiarezza nell’obiettivo e la volontà ferrea di raggiungerlo: questa è la parte dello scopo e della motivazione, ma ciò che conta veramente è ciò che fanno lungo il percorso. Gli achiever sono persone che, quando fanno degli errori non se ne lamentano mai, continuano a ripetere in maniera eccellente ciò che stanno facendo. Einstein ha definito la pazzia: “fare e rifare le stesse cose allo stesso modo aspettandosi un risultato diverso.” Il campione, quando sbaglia, cambia il modo di fare le cose, ha un approccio infantile all’apprendimento: il bambino cade e si rialza, nello sport i ragazzini sbagliano e si divertono, non si curano delle conseguenze dell’errore, tutto è solamente esperienza inconscia. Soprattutto nella fase della “riparazione” di un gesto tecnico e della ricerca dell’esecuzione corretta è fondamentale rimuovere dalla nostra mente il concetto di risultato. Quando si elimina il risultato i pensieri vengono indirizzati al processo: possiamo così concentrarci anche sulle sensazioni. L’attenzione al risultato attiva la parte critica della nostra mente e la logica ci porta subito al giudizio e non ci consente di essere spensierati e attenti a ciò che stiamo facendo, completamente nel presente. Più la mente è vuota, meno sono le interferenze mentali e maggiori sono le probabilità di eseguire correttamente un gesto tecnico, nella fase di apprendimento. Perché invece ci dà così fastidio commettere errori e addirittura ammettere (pure a se stessi) che li commettiamo? Gli errori fanno sentire le persone vulnerabili, esposte e, a volte, ignoranti o stupide. In questi casi la paura di sbagliare diventa una pesante catena che ci blocca e ci limita l’opportunità di crescita. Per molti la parola errore significa fallimento. Pensiamo che verremo giudicati per il nostro errore, e alcune persone potrebbero farlo. Ma gli errori non sono affatto indicatori di debolezza, ma opportunità travestite da lezioni preziose. Accettarli è il primo passo verso il miglioramento. Per molti, gli errori possono far sembrare la vita caotica o fuori posto. L’errore ci espone al giudizio negativo prima di tutto da parte di noi stessi. Sbagliare proietta la mente alle conseguenze. C’è però l’altra faccia della medaglia: sebbene commettere un errore sia frustrante, ognuno di essi offre l’opportunità di crescere e imparare, infatti, tutto quello che facciamo concorre a creare la nostra esperienza, compresi gli errori. Gli sbagli ci permettono di capire chi siamo e il modo in cui reagiamo può determinare quanto in alto possiamo arrivare. “Fallire” un qualcosa di importante ci permette di conoscere la nostra risposta alle delusioni. Capire davvero la nostra personalità è una fase importante della vita e niente come uno sbaglio può distinguerci da persone senza spina dorsale, a chi invece riesce ad affrontare le sue azioni con convinzione, senza la paura di dover subire delle conseguenze. Inoltre, aiuta a prendere decisioni migliori e ad accelerare il processo decisionale e permette di
superare lo stallo del “Non l’ho mai fatto prima“, come motivo per cui non puoi fare qualcosa. Errare inoltre ci consente di: rivelarci qualcosa che ci è sfuggito, rivelarci una nuova intuizione, darci la possibilità di fare scelte migliori, e indicarci una nuova direzione.
Quindi datevi la possibilità di sbagliare, fate errori, ma continuate ad agire.
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Sono un High Performance Coach: alleno atleti professionisti, sportivi, manager e imprenditori che desiderano elevare il proprio livello di performance, migliorando lo stato di benessere. La mia specializzazione è lavorare su stress e pressione. Da atleta, analista finanziario, imprenditore ho sperimentato la stretta relazione tra pressione e performance. Saper gestire lo stress e la pressione è fondamentale per ottenere la massima prestazione sia in campo sportivo, sia nelle attività professionali.

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