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Come gestire l’Incertezza

Viviamo in un mondo che cambia ad una velocità impressionante. L’incertezza è ormai parte integrante delle nostre vite, tanto da sembrare più la regola che l’eccezione. Gli anni recenti della pandemia hanno cambiato radicalmente il modo di vedere le cose: le certezze sono svanite come neve al sole. E oggi, in un contesto in cui le tecnologie avanzano di continuo, il mercato del lavoro evolve e i paradigmi sociali si modificano, l’incertezza è diventata una costante. È ovunque: nelle scelte professionali, nei rapporti personali, nei progetti di vita. Tuttavia, anziché viverla come un problema, possiamo imparare a trasformarla in un’opportunità di crescita e sviluppo. Serve un cambio di mindset per gestire l’incertezza con maggiore serenità. Serve mantenere una visione e credere nel processo.

Il primo passo è cambiare prospettiva. L’incertezza di per sé non è sempre negativa. Il modo in cui la interpretiamo, però, può fare tutta la differenza. Spesso la viviamo come una minaccia, qualcosa che sfugge al nostro controllo e che porta solo ansia e stress. Ma se pensiamo alla vita come a una continua serie di cambiamenti, allora l’incertezza diventa uno stimolo naturale, una finestra aperta su nuove possibilità. Se l’incertezza ti fa pensare “Non so come andrà, potrei fallire”, sostituiscila con “Non so come andrà, ma posso imparare da qualsiasi risultato”.
Illuminante è la parabola del contadino: Molti anni fa, nelle campagne cinesi, un uomo e suo figlio vivevano in un piccolo villaggio. Essendo molto poveri: avevano solo una baracca, in cui vivevano e un campo sul quale il contadino cinese lavorava duramente tutti i giorni con il suo cavallo. Quando il cavallo scappò, gli abitanti del villaggio andarono a trovare il contadino cinese e gli dissero a gran voce: “Il cavallo ti era utile per poter lavorare. Che sfortuna hai avuto!”.
E il contadino cinese rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
La settimana dopo, il cavallo ritornò alla baracca: assieme a lui vi erano due cavalli selvatici. Il contadino cinese e il figlio si ritrovarono quindi ad avere tre cavalli. Gli abitanti del villaggio questa volta dissero all’uomo: “Avevi un solo cavallo e ora ne hai tre. Che fortuna hai avuto!”.
Anche questa volta il contadino cinese rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Qualche giorno dopo il figlio stava pulendo la stalla del cavallo, quando uno di loro si agitò e lo calció con forza, facendolo cadere. Il ragazzo si fece male ad una gamba. Gli abitanti del villaggio questa volta dissero al contadino cinese: “Tuo figlio è l’unico che ti può aiutare nel tuo lavoro. Che sfortuna hai avuto!”
Ancora una volta, il contadino cinese rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Qualche settimana più tardi, alcuni soldati dell’esercito arrivarono nel villaggio e iniziarono a reclutare giovani uomini da portare a combattere in una guerra dove nutrivano poche speranze di vittoria. Quando passarono dalla casa del contadino cinese videro suo figlio con la gamba rotta e decisero quindi di passare oltre.
Gli abitanti del villaggio, una volta appresa la notizia, si rivolsero al contadino cinese: “I nostri figli vanno a morire in guerra mentre il tuo è infortunato. Che fortuna hai avuto!”
E il contadino cinese, come sempre, rispose: “Forse sì, forse no. Vedremo”.
Un modo pratico per affrontare l’incertezza è suddividerla in tre “zone” che ci aiutano a capire meglio come stiamo vivendo il cambiamento. Possiamo identificare:

• Zona di Comfort: Qui ci sentiamo al sicuro e a nostro agio. È la nostra routine, dove sappiamo cosa aspettarci.
• Zona di Crescita: Qui ci troviamo di fronte a sfide stimolanti, che ci spingono fuori dalla comfort zone senza farci sentire sopraffatti. È una zona dove possiamo imparare, adattarci e costruire nuove competenze.
• Zona di Panico: Qui, l’incertezza diventa eccessiva, e iniziamo a sentirci ansiosi e bloccati.

Quando ti trovi di fronte a una situazione di incertezza, cerca di capire in quale zona ti trovi. Se sei nella zona di panico, puoi fare piccoli passi per spostarti verso quella di crescita. L’idea è fare un piccolo passo alla volta, evitando di aggiungere ulteriore pressione.
Il modo in cui parliamo a noi stessi ha un impatto enorme su come percepiamo l’incertezza. Parole come “non ce la farò” o “è troppo difficile” aumentano la paura e ci fanno sentire impotenti. Impegnati a riformulare questi pensieri in modo positivo e costruttivo: anziché “Non ce la farò”, pensa “Sto imparando, posso sbagliare e posso crescere lungo il cammino.”

Uno dei migliori antidoti all’incertezza è avere un forte senso di scopo. Quando sai perché stai facendo qualcosa, l’incertezza diventa meno destabilizzante. Se hai ben chiaro il tuo obiettivo finale, sarai meno incline a farti distrarre da imprevisti o cambiamenti. Questo vale sia per obiettivi professionali sia per quelli personali. Chiediti: Qual è il mio vero scopo? Quale impatto voglio avere nel mondo o nella mia vita? Con un “perché” chiaro, l’incertezza può apparire solo come un ostacolo temporaneo, che non ti allontana dal tuo obiettivo principale.
Uno dei problemi dell’incertezza è che spesso ci proietta troppo nel futuro, generando scenari, spesso apocalittici, che amplificano l’ansia. Praticare la presenza mentale ci aiuta a tornare al qui e ora, dove possiamo esercitare un vero NON controllo.
Gestire l’incertezza non è facile, ma con la giusta mentalità e alcune tecniche pratiche, puoi imparare a trasformarla in un’opportunità per crescere e migliorare. La prossima volta che ti trovi in una situazione incerta, prova a vedere la situazione come una possibilità di apprendimento. La vita è una serie di sfide e adattamenti: è proprio grazie a queste che possiamo sviluppare resilienza, forza e creatività. Perciò, invece di lottare contro l’incertezza, prova a navigarla con coraggio, sapendo che ogni momento di incertezza ti rende una versione più forte e consapevole di te stesso.

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Sono un High Performance Coach: alleno atleti professionisti, sportivi, manager e imprenditori che desiderano elevare il proprio livello di performance, migliorando lo stato di benessere. La mia specializzazione è lavorare su stress e pressione. Da atleta, analista finanziario, imprenditore ho sperimentato la stretta relazione tra pressione e performance. Saper gestire lo stress e la pressione è fondamentale per ottenere la massima prestazione sia in campo sportivo, sia nelle attività professionali.

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