Come praticare il non giudizio
Abbiamo parlato di pensieri e di come spesso ci giudichiamo attraverso il nostro dialogo interno. La
nostra mente vaga costantemente, è il suo compito, ma com’è la natura dei nostri pensieri quando
giudichiamo? Giudichiamo i nostri comportamenti, giudichiamo noi stessi, giudichiamo come ci
siamo alzati dal letto, giudichiamo la nostra immagine allo specchio al mattino e da li in avanti tutto
ciò che incontriamo, che ci circonda e che ci accade. I giudizi sono condanne. “Se giudichi le
persone non avrai tempo per amarle” diceva Madre Teresa di Calcutta. Esprimiamo i nostri giudizi
in buono o cattivo, giusto o sbagliato, bello o brutto, positivo o negativo. Ma nulla è giusto o
sbagliato, positivo o negativo, bello o brutto, buono o cattivo, sono solo rappresentazioni soggettive
della realtà attraverso la nostra mente: è la nostra mente che crea la nostra realtà. Spesso non
abbiamo la pazienza di aspettare cosa l’universo ha in serbo per noi. Una bella storia buddista
racconta di un vecchio contadino: un giorno il suo cavallo fuggì e i vicini gli dissero che era stata
proprio una sfortuna perderlo ma il contadino rispose “forse”. Il cavallo, il giorno seguente, tornò
insieme ad un branco di cavalli selvaggi. I vicini dissero che era una meraviglia ma il contadino
rispose di nuovo “forse”. Il giorno dopo il figlio del contadino provò a cavalcare uno dei nuovi
cavalli ma si ruppe una gamba. I vicini gridarono alla sfortuna e l’agricoltore risposte ancora una
volta “forse”.
Il giorno seguente dei soldati vennero ad assoldare giovani uomini nell’esercito ma il figlio del
contadino non venne chiamato dato che aveva la gamba rotta. I vicini dichiararono che era stata
una vera fortuna. Ma il contadino, come sempre, rispose “forse”.
Oltre agli accadimenti, giudicare noi stessi è certamente un atto naturale, abitudinario possiamo
dire, ma spesso essere così giudicanti non è funzionale per noi e per la nostra vita. E’ importante
però esserne consapevoli. La consapevolezza ci permette di osservare il giudizio e ci permette di
trasformarlo, di accoglierlo. Grazie alla pratica della mindfulness possiamo imparare a diventare più
consapevoli dei nostri pensieri giudicanti e successivamente possiamo imparare ad accettarli e a
lasciar andare il carico emotivo che viene creato a causa di questi pensieri. Spesso però associamo il
non giudizio e l’accettazione con un atteggiamento di passività. Continuiamo a formulare pensieri
autodistruttivi, frutto di convinzioni limitanti, ci giudichiamo e giudichiamo costantemente
attraverso le generalizzazioni. Come possiamo quindi stare meglio con noi stessi? Praticare il non
giudizio su noi stessi è un processo che richiede impegno. Oltre a consapevolezza e accettazione
verso i pensieri giudicanti, trattati con gentilezza e compassione come faresti con un amico. Sii
comprensivo e rispettoso verso te stesso, accettando i tuoi difetti e fornendoti sostegno emotivo.
Riconosci i tuoi traguardi: celebra i tuoi successi, per grandi o piccoli che siano. Impara a
riconoscere le tue qualità positive e ad apprezzare i tuoi sforzi. Mantenere una prospettiva bilanciata
contribuisce ad alleviare il giudizio su se stessi.
Focalizzati sul miglioramento : invece di concentrarti sulle tue debolezze o su ciò che vorresti cambiare.
Concentrati sulle opportunità di crescita personale e miglioramento personale.
Accetta che i difetti fanno parte di te, ma sii motivato a diventare la versione migliore di te stesso
“Un giorno, da qualche parte, in qualche posto, inevitabilmente ti incontrerai con te stesso.
E questa, solo questa, può essere la più felice o la più amara delle tue giornate”
Pablo Neruda