Ceccon, Pilato e l’atleta intersex
Vorrei evitare in questo blog di farmi coinvolgere dal bias di conformità detto anche il bias dell’effetto gregge. E’ un fenomeno psicologico e sociale che si manifesta quando gli individui tendono a seguire le azioni, le opinioni o i comportamenti della maggioranza, spesso senza fare una valutazione personale critica e indipendente. Ognuno sui social si è sentito in dovere di dire la propria opinione, (in verità l’opinione della maggioranza o di tutti, se mi passate la generalizzazione) riguardo al sesso dell’atleta algerina e delle ingiustizie della politica verso lo sport e delle dichiarazioni di Benedetta Pilato, commentate maldestramente dalla Di Francisca. Nemmeno ai tempi del covid abbiamo assistito a cotanta voglia di espressione comune.
Una delle ragioni principali per cui si verifica l’effetto gregge è la necessità di appartenenza sociale. Gli esseri umani sono creature sociali per natura, e il desiderio di sentirsi accettati o di far parte di un gruppo può spingere le persone ad adattarsi ai comportamenti o alle opinioni/credenze prevalenti, anche quando queste potrebbero essere in contrasto con le proprie convinzioni personali o con l’evidenza oggettiva. Questo può portare a un’adozione acritica di idee o comportamenti, limitando la capacità di giudizio individuale.
Nell’era digitale, l’effetto gregge è amplificato dai social media, dove le informazioni si diffondono rapidamente e dove le persone sono esposte costantemente alle opinioni e ai comportamenti degli altri. I “like”, le condivisioni e i commenti possono creare un’illusione di consenso, spingendo le persone a conformarsi a ciò che è popolare o virale, senza un’analisi critica, e chiunque si sente in dovere di dire qualcosa: la stessa degli altri.
Invece io vorrei commentare la vittoria di Thomas Ceccon e di Benedetta Pilato (non sono pazzo). Vorrei applaudire e sottolineare le parole di Thomas Ceccon che, bello bello sincero ha detto che lui la sua medaglia se la meritava perché era il più forte di tutti. Sapeva di essere il più forte e ha anche detto senza metafore che in queste occasioni un po’ di sana arroganza è funzionale per il raggiungimento del risultato. Grazie Thomas di questa onesta condivisione di pensiero, che denota una bella personalità, perchè credere in sé stessi fino in fondo, è ingrediente fondamentale per ottenere dei successi, non solo nello sport. Ci sono ancora persone e atleti limitati dalla scaramanzia, dal non dire certe cose “perché porta sfiga”. E non sto parlando di aspettative e speranze rispetto al porsi degli obiettivi, questo argomento l’ho già trattato in un altro blog. Parlo proprio dell’importanza dell’arroganza sana di credere nelle proprie capacità, nella bontà e nella qualità del proprio lavoro, nel credere fino in fondo che un obiettivo può essere raggiunto e magari lo abbiamo pure immaginato e visualizzato per anni. Benedetta Pilato e Thomas Ceccon appartengono a due facce della stessa medaglia, metaforicamente parlando, perché entrambi avevano l’obiettivo di dare il meglio di sé. Thomas ha vinto la medaglia d’oro e Benedetta è arrivata quarta per un centesimo, ma entrambi hanno vinto, non solo sportivamente, hanno vinto perché hanno dato e ottenuto il meglio che potevano dalla loro prestazione. Questo dovrebbe essere il significato di vittoria e di successo di ogni atleta.