Immagina questa scena: un manager, sicuro della propria esperienza e del proprio modo di vedere le cose, è alle prese con un collaboratore poco motivato. Tutti gli sforzi fatti per spronarlo sembrano inutili, e il collaboratore non risponde agli stimoli, anzi, si chiude sempre più. Il manager è convinto che le proprie idee siano giuste e tenta ripetutamente di “far capire” al collaboratore cosa dovrebbe fare, e gli fornisce delle soluzioni per motivarsi, basandosi sulle proprie convinzioni. Ti suona familiare?
Se ti riconosci in questa situazione o hai vissuto qualcosa di simile, potresti essere incappato in un classico problema di “prospettiva bloccata”. Vediamo come affrontare questa situazione e come usare il cambio di prospettiva per sbloccare la comunicazione e portare reale motivazione nel proprio collaboratore.
Molti di noi, per esperienza e formazione, sviluppano convinzioni solide su cosa funziona e cosa no, e più le cose che ha fatto hanno funzionato e più il cambio di prospettiva sarà difficile, sia nello sport, sia in un ambiente di lavoro. Un esempio classico è quello della vendita, (anche attraverso la consulenza) dove obiettivi e risultati sono tutto. Ma cosa succede quando queste convinzioni diventano gabbie? Come ha dimostrato il caso di specie preso in esame: quel manager era convinto, in buona fede, con intenzioni positive, di sapere cosa servisse al suo collaboratore, senza considerare però un aspetto fondamentale: il collaboratore aveva bisogno di essere ascoltato e di sentire che la sua prospettiva contava, affinché fosse lui a trovare il suo scopo e le sue motivazioni.
Questo blocco nasce dalla nostra “mappa mentale” del mondo, una serie di convinzioni e pregiudizi che ci fanno vedere le cose solo da un punto di vista. Ma le persone non si motivano con un approccio universale, e la chiave per riuscire ad attivare un collaboratore meno motivato spesso è proprio cambiare il nostro punto di vista.
Cambiare Prospettiva: Uno Strumento per l’Empatia e l’Efficacia
Motivare non è solo una questione di stimoli: è anche una questione di connessione. Per collegarti realmente a qualcuno, devi fare uno sforzo per uscire dalla tua prospettiva e entrare nella sua. Questo non significa abbandonare la tua esperienza, ma metterla temporaneamente da parte per ascoltare l’altro. Inizia ponendo domande strategiche che ti permettano di capire meglio i suoi bisogni e la sua visione del lavoro. Ad esempio, anziché rivolgergli domande sul perché relativo al problema chiedendogli inutilmente: “Perché non sei motivato?”, utilizza: “Cosa ti piacerebbe ottenere in questo ruolo?”. Oppure: “Quali aspetti del lavoro ti danno più energia e quali ti creano difficoltà?” Quali sono le situazioni nelle quali ti senti motivato?
Queste domande sono utili perché spostano il focus dal risultato finale (la motivazione) al processo, ovvero al modo in cui il collaboratore vive il lavoro.
La comunicazione analogica può aiutarti a far riflettere il collaboratore su sé stesso senza forzarlo a prendere una posizione. Per esempio, potresti chiedergli di immaginare la sua carriera come una “maratona”. Usare delle metafore evocative di situazioni che siano confidenti con il tuo collaboratore ti permetteranno di far arrivare e creare stimoli diversi. Questo tipo di immagini aiuta a costruire un linguaggio comune, dove ognuno può vedere le cose da una prospettiva personale, meno rigida e dove le aspettative diventano meno oppressive.
Cinque Modi per Cambiare Prospettiva nella Motivazione dei Collaboratori
Ecco un piccolo esercizio che ti può essere utile come area manager. Prendi un collaboratore che ritieni difficile da motivare e prova a rispondere a queste domande cambiando prospettiva ogni volta:
Di cosa avrebbe bisogno per motivarsi? Ha uno scopo? Cosa ti insegnerebbe se fosse lui a darti consigli su come motivarlo?
Immagina il Collaboratore come un Cliente: Se dovessi “vendere” la motivazione a lui, cosa faresti? Quali sono i suoi bisogni che devi colmare?
Fai Finta di Essere un Osservatore Esterno: Osserva la relazione in terza posizione.
Dal Pregiudizio alla Curiosità: Elimina i preconcetti e pensa a lui come se lo stessi conoscendo ora. Cosa, di lui, ti colpirebbe di più?
Pensa al Collaboratore come un “Seme da Coltivare”: Ci vuole tempo perché possa fiorire. Cosa potresti fare per nutrirlo al meglio?
Questi spunti ti permetteranno di aprire nuove strade nella comunicazione e di costruire una relazione basata sulla vera comprensione e sulla motivazione condivisa.
Per motivare davvero qualcuno, spesso è necessario mettersi in discussione. Abbandona le tue certezze per un momento, prova a vedere il mondo con occhi nuovi, e, soprattutto, ascolta. Le risposte che cerchi per motivare il tuo collaboratore possono arrivare non dai tuoi modelli, ma dalla sua realtà. Cambiare prospettiva è uno strumento potente: usalo e vedrai come i risultati inizieranno a fiorire.
Se ti piace e ti è utile ciò che leggi nel mio blog e vuoi affrontare un percorso di crescita personale e professionale scrivimi a mail@lorenzomarconicoach.it e prenota la tua prima coaching gratuita.